Tra tutte le rivoluzioni digitali a cui gli ultimi anni ci hanno
abituato, ce n'è una che è più di una rivoluzione: è una vera bomba
atomica che ha sconquassato il mondo della produzione multimediale,
soprattutto quello della musica. Parliamo dell'MP3, il formato di
compressione che ha completamente disarticolato le filiere della
produzione musicale rigidamente codificate fino agli anni '90, e che
dall'invenzione dell'MP3 in poi hanno dovuto reinventarsi per non
scomparire, ma che da internet e dalle nuove frontiere della
condivisione hanno subito un duro colpo, dopo il quale non sono mai più
state le stesse.
La tecnologia sottostante agli MP3, i piccoli file musicali che
rendevano improvvisamente trasportabile, senza rinunciare alla qualità,
brani musicali prima decisamente "corposi", non solo ha permesso la
nascita di portali come MP3.com e come Napster (i primi esperimenti di
scambio file tra utenti), al centro di interminabili controversie legali
per anni a venire, ma ha regalato anche a tantissime band emergenti la
possibilità di raggiungere improvvisamente un vasto pubblico saltando a
volo d'uccello qualsiasi intermediazione delle grandi catene di
distribuzione e delle multinazionali della discografia, che fino ad
allora l'avevano fatta da padrone, arbitri della vita e della morte di
intere generazioni di artisti.
Si può dire che la prima vittima illustre di internet non furono i
giornali o la televisione e tantomeno il mondo dell'informazione, ma la
musica. Un destino che il mondo della cinematografia, sulla scorta
dell'esperienza della grande discografia, subì solo parzialmente (grazie
alla comparsa della tecnologia DIVX), riuscendo attraverso attività di
lobbying pressanti a far approvare legislazioni tanto restrittive quanto
efficaci, come il Digital Millennium Copyright Act negli Stati Uniti e
la Direttiva sul Copyright nell'Unione Europea.
Non tutti sanno che dietro alla tecnologia che rese possibile la
comparsa degli MP3 c'era un ingegnere italiano, Leonardo Chiariglione,
attualmente presidente del Moving Picture Experts Group, per gli amici
MPEG, il gruppo che ha dettato gli standard che tutto il mondo ha
seguito nello sviluppo di applicazioni, software, oggetti multimediali,
player per la codifica e la riproduzione non solo di musica, ma di
immagini in movimento: i video. Si può dire che se oggi esistono
videoblog come Byoblu, così come piattaforme come Youtube, è grazie al
lavoro di un italiano geniale, una delle eccellenze che il nostro Paese
ha esportato e che ancora continua ad esercitare un ruolo
importantissimo nel settore multimedia a livello mondiale, anche con la
sua nuova start-up: Cedeo.net.
Claudio Messora lo ha raggiunto e intervistato per voi, su Byoblu.
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