da IlPrimatoNazionale
Roma, 6 ago – Ce lo hanno ripetuto in tutte le salse: i popoli europei non esistono, sono “costruzioni” del nazionalismo moderno. Eppure, in questo discorso c’è qualcosa che non torna. Se i nostri legami con gli antichi popoli d’Europa sono puramente “immaginari”, noi, allora, da dove veniamo? La risposta – se eliminiamo la fallace premessa – è il proverbiale uovo di Colombo: i moderni popoli europei sono effettivamente i diretti discendenti degli antichi. Non solo dei popoli “storici”, di quelli, cioè, che ci hanno tramandato le loro gesta attraverso l’uso della scrittura, ma addirittura di quelli “preistorici”.
Una conferma di questo dato di fatto (evidente e a ben vedere pure logico) ci arriva – con tutti i crismi della scienza – da un recente studio pubblicato su Nature, forse la più autorevole rivista scientifica del pianeta. Il risultato lascia poco adito a dubbi di sorta: i greci moderni discendono – con leggere variazioni – dalle antiche popolazioni micenee e minoiche, ossia le etnie di cui cantano le gesta i poemi omerici. La ricerca, più in particolare, è stata condotta da una nutrita squadra di accademici: genetisti, archeologi, paleoantropologi, classicisti ecc. di università americane, tedesche, turche e greche. L’esperimento è stato realizzato attraverso l’analisi del Dna di 19 scheletri rinvenuti a Creta, nella penisola ellenica e nell’Anatolia occidentale. Questo Dna è stato poi confrontato con quello di un campione di circa 2 mila greci moderni. Le somiglianze genetiche sono, in questo senso, inequivoche.
Questo studio, quindi, non contraddice solo le fantasie anti-identitarie (e anti-storiche) dei mondialisti del cosmopolitismo militante e pseudo-scientifico, ma fa giustizia anche di viete teorie a cui, invero, gli accademici avevano smesso di credere ormai da anni. Così spiega George Stamatoyannopoulos, genetista presso l’università di Washington e tra i partecipanti alla ricerca: «Da più di un secolo circolano idee controverse sulle origini dei greci. C’è l’ipotesi dell’Atena Nera, secondo cui la civiltà classica avrebbe origini afroasiatiche. E c’è l’ipotesi dello storico tedesco Fallmerayer, che nel XIX secolo scrisse che i discendenti degli antichi greci si erano estinti nel medioevo». Senza contare poi le tesi “nordiciste” che pretendevano che i Greci traessero origine da vetusti e arcani popoli germanici. Niente di tutto ciò: stando ai risultati dello studio di Nature, i quali confermano in buona parte le tesi della nota indoeuropeista Marija Gimbutas, i pastori e guerrieri neolitici che abitavano le steppe caucasiche e l’antica Anatolia migrarono nell’Egeo per fondare una delle più grandi civiltà dell’età antica. E i greci moderni sono, dati genetici alla mano, i diretti discendenti di questa gloriosa civiltà.
Insomma, se ancor oggi possiamo incontrare – tra la gente che affolla le piazze di Atene e Salonicco – i volti di Socrate e Leonida, non è per puro caso o per un’insondabile illusione ottica, ma proprio perché i legami di discendenza tra antichi e moderni popoli d’Europa non sono stati spezzati. Non ancora, perlomeno.
Federico Pagi
Roma, 6 ago – Ce lo hanno ripetuto in tutte le salse: i popoli europei non esistono, sono “costruzioni” del nazionalismo moderno. Eppure, in questo discorso c’è qualcosa che non torna. Se i nostri legami con gli antichi popoli d’Europa sono puramente “immaginari”, noi, allora, da dove veniamo? La risposta – se eliminiamo la fallace premessa – è il proverbiale uovo di Colombo: i moderni popoli europei sono effettivamente i diretti discendenti degli antichi. Non solo dei popoli “storici”, di quelli, cioè, che ci hanno tramandato le loro gesta attraverso l’uso della scrittura, ma addirittura di quelli “preistorici”.
Una conferma di questo dato di fatto (evidente e a ben vedere pure logico) ci arriva – con tutti i crismi della scienza – da un recente studio pubblicato su Nature, forse la più autorevole rivista scientifica del pianeta. Il risultato lascia poco adito a dubbi di sorta: i greci moderni discendono – con leggere variazioni – dalle antiche popolazioni micenee e minoiche, ossia le etnie di cui cantano le gesta i poemi omerici. La ricerca, più in particolare, è stata condotta da una nutrita squadra di accademici: genetisti, archeologi, paleoantropologi, classicisti ecc. di università americane, tedesche, turche e greche. L’esperimento è stato realizzato attraverso l’analisi del Dna di 19 scheletri rinvenuti a Creta, nella penisola ellenica e nell’Anatolia occidentale. Questo Dna è stato poi confrontato con quello di un campione di circa 2 mila greci moderni. Le somiglianze genetiche sono, in questo senso, inequivoche.
Questo studio, quindi, non contraddice solo le fantasie anti-identitarie (e anti-storiche) dei mondialisti del cosmopolitismo militante e pseudo-scientifico, ma fa giustizia anche di viete teorie a cui, invero, gli accademici avevano smesso di credere ormai da anni. Così spiega George Stamatoyannopoulos, genetista presso l’università di Washington e tra i partecipanti alla ricerca: «Da più di un secolo circolano idee controverse sulle origini dei greci. C’è l’ipotesi dell’Atena Nera, secondo cui la civiltà classica avrebbe origini afroasiatiche. E c’è l’ipotesi dello storico tedesco Fallmerayer, che nel XIX secolo scrisse che i discendenti degli antichi greci si erano estinti nel medioevo». Senza contare poi le tesi “nordiciste” che pretendevano che i Greci traessero origine da vetusti e arcani popoli germanici. Niente di tutto ciò: stando ai risultati dello studio di Nature, i quali confermano in buona parte le tesi della nota indoeuropeista Marija Gimbutas, i pastori e guerrieri neolitici che abitavano le steppe caucasiche e l’antica Anatolia migrarono nell’Egeo per fondare una delle più grandi civiltà dell’età antica. E i greci moderni sono, dati genetici alla mano, i diretti discendenti di questa gloriosa civiltà.
Insomma, se ancor oggi possiamo incontrare – tra la gente che affolla le piazze di Atene e Salonicco – i volti di Socrate e Leonida, non è per puro caso o per un’insondabile illusione ottica, ma proprio perché i legami di discendenza tra antichi e moderni popoli d’Europa non sono stati spezzati. Non ancora, perlomeno.
Federico Pagi
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