da stopeuro.org
Berlino, 17 set – “Non è possibile mantenere l’euro”: classe 1937, una carriera nell’alta consulenza aziendale sfociata nella politica (fu stretto consulente di Gerhard Schröder ma nel 1998, quando questi divenne cancelliere tedesco, rifiutò la carica di ministro dell’Economia), Roland Berger – l’omonima società da lui fondata negli anni ’60 è oggi diffusa in tutto il mondo e ha avuto, fra i più recenti clienti, niente meno che Alitalia alle prese con l’ultimo piano industriale – si appresta a tagliare il traguardo degli 80 anni ma ciò non gli impedisce di avere le idee decisamente chiare sul futuro. E di queste ha parlato in un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung.
“L’euro è evidentemente un fallimento – spiega Berger – e divide l’Europa. Nei paesi latini la disoccupazione giovanile è fra il 30 e il 50%. Non è accettabile. Poiché i tassi di cambio fra i diversi paesi dell’area euro non possono essere aggiustati secondo la loro competitività, fra i diversi stati ci sono ormai dei disallineamenti intollerabili”. “Come alternativa – aggiunge – resta l’unione di trasferimento”. Berger si riferisce alla possibilità di compensare divari altrimenti insanabili con trasferimenti fiscali dal centro alla periferia, per un ammontare che gli esperti stimano in diverse decine di miliardi di euro: “Chi sarà però alla fine a dover pagare per l’unione di trasferimento lo sappiamo: saranno i tedeschi”, riconosce argutamente, lasciando intendere che a Berlino l’ipotesi non è neanche contemplata: “I tedeschi non sono pronti per fare questo passo. La scelta più semplice e probabilmente la più ragionevole anche dal punto di vista economico è lo scioglimento dell’euro”.
Non manca comunque una possibilità per ciò che può rimanere dell’Unione, che Berger vede all’incirca nel ritorno all’epoca pre-Maastricht, come molti sostenitori dell’uscita dal consesso comunitario chiedono: “Sui grandi temi possiamo raggiungere dei risultati importanti, soprattutto se l’Europa lavora insieme. Come coronamento, ma solo dopo aver approfondito l’integrazione, si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di reintrodurre l’euro. Invece della “teoria della incoronazione” all’epoca si è scelta la “teoria del locomotore”: l’euro come motore per un governo europeo, che è visibilmente fallita“.
Nicola Mattei
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