google_ad_client: "ca-pub-2245490397873430", Sine.ClaV.is: Luoghi Misteriosi: La cappella di Sansevero

venerdì 23 giugno 2017

Luoghi Misteriosi: La cappella di Sansevero


Le leggende locali sulla cappella di Sansevero a Napoli affermano che le sorprendenti opere d’arte in essa presente sono il risultato di stregoneria e magia nera. Le sculture sembrano impossibili da creare a mano e inoltre possiamo vedere due macabre figure umane frutto, a quanto pare, di uccisioni rituali. Infine la cappella e` circondata da un atmosfera oscura e da una forte presenza di simbolismo massonico.

A prima vista, la Capella di Sansevero è una tua tipica cappella italiana del XVII secolo, ricca di dipinti e sculture di natura religiosa. Tuttavia, uno sguardo più attento ai vari elementi della cappella rivela come vi sia qualcosa di “fuori posto”. Alcune sculture sono così “vivide” che portano molti a credere che siano stati il risultato di un processo soprannaturale. Inoltre, il simbolismo enigmatico che si trova all’interno della cappella e` un mezzo per inviare un importante messaggio allegorico esoterico.


Quando i visitatori scendono alcuni scalini, vedono cose come questa:


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Nella cappella sono in mostra i resti di due corpi umani con tanto di sistema nervoso in bella vista. Soprannominati “Adamo e Eva” – ma conosciuti come “macchine anatomiche” – questo bizzarro spettacolo è stato oggetto di ogni sorta di speculazione occulta.

Per comprendere appieno il perche` di questa cappella, bisogna capire il suo creatore: Raimondo di Sangro, il principe di Sansevero. Considerato un inventore e un brillante filosofo da molti, altri credevano che fosse un crudele mago nero il quale uccideva la gente per bizzarri scopi.

Una visita alla sua Cappella di Sansevero dà credibilità a entrambi i punti di vista, poiché mette in evidenza il suo genio alchemico e…la sua follia. Prima di esaminare le bizzarre opere d’arte esposte nella cappella, spendiamo qualche parola per spiegare chi e` l’uomo dietro a questa strana opera.

RAIMONDO DI SANGRO IL “PRINCIPE STREGONE”


Dall’età di 10 anni, Sangro fu educato presso il Collegio dei Gesuiti di Roma. Nel 1730, all’età di 20 anni, ritornò a Napoli usando il titolo “Principe di Sansevero”. Presto si unì alle fila di società segrete occulte.

“Nonostante la formazione religiosa che aveva ricevuto con i gesuiti, il giovane si unì presto alla fratellanza segreta dei rosicrucani, dove fu avviato allo studio di antichi riti alchemici, la cosiddetta “arte sacra” o “arte del re” tramandata nei secoli dal sacerdote egiziano ai suoi discepoli. Don Raimondo trovo` la sua vocazione. Pur mantenendo il silenzio estremo sui “suoi fratelli” e sugli insegnamenti ricevuti (non ha lasciato alcun documento sulle attività della setta misteriosa) il principe cambio` radicalmente la sua vita e dedico` tutto il suo tempo all’alchimia. Flaconi, forni e alambicchi riempivano la cantina del suo palazzo e durante la notte non era raro vedere strani vapori e odori disgustosi che uscivano dalle finestre della cantina. Fu da allora che i napoletani cominciarono a soprannominarlo stregone “. 
– Rino Di Stefano, Raimondo de Sangro, Il principe “Stregone”

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