Dozzine di nuove crepe scoperte nei reattori nucleari belgi
Russia Today - 11.06.2017
da Notizie Geopolitiche
Tihange |
di C. Alessandro Mauceri
Nei giorni scorsi (1 febbraio 2016) Dauby Serge, portavoce della società Electrabel, che è il più grande produttore energetico del Belgio e che gestisce alcune centrali nucleari, ha confermato che il reattore 2 della centrale di Tihange, la seconda più grande del paese, ha sofferto una diminuzione del carico a causa di una “piccola perdita d’acqua” su un circuito ausiliario della sala macchine. “Ma è ancora in rete”. Tuttavia “Per non correre assolutamente nessun rischio, abbiamo volontariamente ridotto il carico al fine di intervenire sul circuito interessato”, hanno dichiarato dalla Electrabel. “Questo è un episodio molto minore che non ha nulla a che fare con l’area nucleare” hanno cercato di rassicurare, “tutto è fatto nel pieno rispetto delle procedure”.
Tuttavia, tra le misure proposte dal Consiglio scientifico per lo studio degli effetti delle radiazioni ionizzanti, c’è anche quella di distribuire compresse allo iodio in tutto il paese. Attualmente queste compresse erano distribuite solo ai residenti che vivono entro un raggio di 10 km dalle centrali nucleari: in caso di incidente con fughe radioattive queste compresse servono a limitare i rischi di cancro alla tiroide. Secondo recenti studi, però, l’area a rischio dovrebbe essere estesa, dal momento che, in caso di vento sfavorevole, gli effetti delle radiazioni si spingono ben oltre i 50 km. Per questo motivo, è stata suggerita la distribuzione capillare delle pastiglie a tutto il Belgio. Una misura che certo non risolve il problema delle radiazioni, ma permettono unicamente di contrastare l’insorgere del cancro alla tiroide.
In realtà non è la prima volta che le centrali nucleari belghe preoccupano l’Europa. Secondo il quotidiano La Libre Belgique, anche la piscina di disattivazione del reattore numero 1 della centrale nucleare di Tihange, ha delle fughe. E da circa una decina d’anni. Nell’ottobre del 2010, poi, una fuga di olio e acidi corrosivi nella sala delle macchine dell’unità di produzione numero 3 aveva causato un allarme dato che la centrale si trova in una zona a rischio sismico.
E anche lo scorso anno si verificarono diversi incidenti. Ad agosto uno dei tre reattori della centrale nucleare si spense improvvisamente in automatico. Come nei giorni scorsi a dare la notizia fu un portavoce della Electrabel. Dell’incidente non si seppe molto, ma secondo l’Agenzia federale belga per il controllo sul nucleare, di incidenti simili alla centrale atomica di Tihange ne erano avvenuti una decina. E tutti in un lasso di tempo molto ristretto.
A novembre in un’altra centrale nucleare, quella di Doel, nel nord del Belgio, che, insieme alla centrale di Tihange soddisfa i fabbisogni energetici del 55 per cento della popolazione del paese, si verificò un’esplosione. Anche questa centrale è gestita dalla Electrabel e anche in questo caso il portavoce dichiarò che non c’era alcun pericolo di contaminazione radioattiva in seguito all’esplosione e che nessuno era rimasto ferito.
Anche in questo caso, la causa di questi incidenti è riconducibile allo stato degli impianti che presentano numerose crepe: quelle rilevate sul reattore numero 3 della centrale nucleare di Doel, e sul reattore 2 di Tihange, sono aumentate complessivamente da 8,062 centimetri del 2012 a 13,047 centimetri nel 2014 e da 2,011 centimetri a 3,149 centimetri. Per questo motivo, a novembre, l’Agenzia federale belga per il controllo sul nucleare aveva richiesto controlli accurati effettuati anche da esperti indipendenti.
Il problema del nucleare in Belgio (come in molti altri paesi del mondo) è che a fronte di decisioni politiche di chiudere gli impianti e ricavare energia da altre fonti, interessi economici pressano per il ritorno al nucleare. In base a quanto annunciato dalle autorità pubbliche belghe, il paese abbandonerà completamente l’energia nucleare entro il 2025 e la sostituirà con le rinnovabili e con il ritorno all’uso di combustibili fossili. Inspiegabilmente, però, nei mesi scorsi, l’Agenzia federale belga per il controllo nucleare ha valutato come totalmente sicuro il riavvio di altre due centrali atomiche, Doel 3 e Tihange 2, che nel 2012 erano state chiuse proprio a causa della presenza di fratture nei contenitori d’acciaio della reazione rilevate con i test ad ultrasuoni. Centrali anche queste gestite da Electrabel.
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