da DifesaOnline
Tra le valutazioni che si imputano al presidente
della Repubblica nelle odierne consultazioni sembrano esserci la
posizione sulla Siria e la fedeltà alla Nato.
Quello siriano - premettiamolo subito con chiarezza -
è un massacro che va avanti da 7 anni ed a cui abbiamo, come italiani e
nel migliore dei casi, assistito come spettatori inermi.
La posizione di questa testata è sempre stata
controcorrente per un semplice motivo: durante la cosiddetta “guerra
civile” libica del 2011 sono emerse profonde manipolazioni
dell'informazione per giustificare i bombardamenti anglofrancesi prima
e... della Nato (!) in seguito.
Le stragi e i macroscopici abusi del raìs libico
contro il suo popolo, sul terreno, non trovavano da noi conferme. Per
carità, Gheddafi non era di certo Madre Teresa di Calcutta, ma sentir
testimoniare da fonti in Libia: “I media internazionali affermano
che stanno sparando nelle strade della città in questo momento. Io vivo
qui e non vola una mosca...”, è stato inquietante.
Caduto il raìs libico, abbiamo cominciato a dubitare e
a voler verificare con maggior determinazione ciò che veniva dato per
"sicuro". Abbiamo quindi contattato ed incontrato molti connazionali prima dei siriani: la risposta è sempre stata “Non capisco perché diffondono certe notizie sulla Siria. La mia esperienza di quel Paese è l'opposto di quel che viene detto...”
Non erano esaltati o individui legati al regime siriano quelli che
abbiamo ascoltato, erano funzionari, impiegati o militari che vivevano,
avevano vissuto o semplicemente erano transitati in quel Paese.
I siriani sono molto simili a noi italiani: generosi
e capaci, ma levantini. Anni di conflitto li hanno messi alla prova
scremandoli. Intere generazioni di eroi sono state più che decimate.
E vite sono state sacrificate per il proprio Paese, non "per un
dittatore".
Milioni di famiglie resistono ancora dopo aver perso
(come minimo!) un padre, un fratello, un figlio ma anche una madre, una
sorella o una figlia! Alla maggioranza di questi siriani si affianca uno
stuolo di traditori, opportunisti e badogliani che, con l'aggravarsi
della situazione, hanno pensato unicamente a se stessi.
Il problema di fondo della Siria è che Assad non è un
"animale". Se lo fosse stato la crisi sarebbe stata “risolta” in pochi
mesi. L'esercito siriano ha impiegato un anno ad essere impiegato
direttamente per contrastare terroristi per lo più addestrati, armati e
trasportati nel Paese dall'estero.
Assad ha ereditato un sistema di sicurezza di tipo
sovietico: tutti spiavano tutti. Possibile che le 18 differenti sigle
dei servizi siriani non si siano accorte delle trame che per anni hanno
preparato il terreno alla guerra? I finanziamenti sono stati ingenti e
la corruzione massima.
I troppi funzionari o generali che si sono venduti ed
ancora mantengono posti chiave sono una piaga destinata a perdurare.
Ancor oggi, chi sta in un comodo ufficio a raccogliere i meriti di
sottoposti che si sacrificano, dovrebbe trascorrere qualche ora al
fronte per capire il prezzo della propria inettitudine o malafede.
Le vie dell'inferno sono lastricate di buone
intenzioni: per sottrarsi INUTILMENTE all'accusa di essere un despota il
progressista Assad, ha sulla coscienza mezzo milione di suoi
connazionali. Se lo si deve punire lo si faccia per l'assurda gestione
della guerra e l'incapacità di vedere, tra chi lo circonda ancor oggi,
persone che “il padre avrebbe fatto fucilare all'istante” (come ci hanno
testimoniato amici siriani che ascoltavano le nostre perplessità).
A questo punto vorrei fare un appello al più alto
rappresentante della nostra Nazione: se deve proprio valutare differenti
posizioni su quella crisi, non privilegi quella suggerita o
"nebulosa", scelga quella più vicina alla Verità. Perché il sangue di
troppi innocenti non ricada ancora moralmente sull'Italia! Come chiosa
un amico toscano: “ladro è chi ruba ma anche chi regge il sacco..."
Andrea Cucco
(foto: Quirinale)
Riproponiamo di seguito alcuni articoli dei nostri reportage in Siria:Reportage Siria: Orrore ISIS, parla un ex prigioniero del Califfato (Video)
Reportage Siria: ecco gli effetti della Coalizione anti ISIS!
Reportage Siria: A Tartous tra i figli della guerra
Reportage Siria: la guerra negli ospedali. L’ipocrisia dell’Occidente
Reportage Siria: Palmyra ed il peso della rimembranza
Reportage Siria: Homs, la città dell'orologio
Reportage Siria: Sulla via di Damasco
Diario siriano. Cap.1: Il varco nel buio
Diario siriano. Cap.2: Damasco rinasce, ai margini della guerra
Diario siriano. Cap.3: Al fronte coi “Falchi del deserto”
Diario siriano. Cap.4: I figli della guerra
Diario siriano. Cap.5: "Così l’ISIS ha massacrato il mio plotone..."
Diario siriano. Cap.6: Il barbiere di Damasco
Diario siriano. Cap.7: rapimento e riscatto
Diario siriano. Cap.8: la gente fugge in Europa perché...
Diario siriano. Cap.9: oltre la speranza
Diario siriano. Cap.10: Il tassista di Assad
La guerra in Siria spiegata da un connazionale: Ouday Ramadan
Perché Difesa Online si trova in Siria?
La Siria raccontata da chi ci ha vissuto: intervista al prof. Paolo Matthiae
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