da ImolaOggi
È durato il tempo di qualche selfie e stretta di mano il passaggio in stazione a Novara di Matteo Renzi, tappa del suo tour in treno «Destinazione Italia»: arrivato con una ventina di minuti di ritardo poco prima delle sette di sera, il segretario del Pd ha salutato velocemente i suoi sostenitori, poi un rapido abbraccio ad Andrea Ballarè, ex sindaco renziano di Novara che l’ha subito seguito, con una delegazione della segreteria Pd provinciale, alla Novamont, azienda chimica che sviluppa prodotti biodegradabili dove ha incontrato la dirigenza a porte chiuse.
Una «toccata e fuga» in Piemonte prima di ripartire in serata per Mortara (che ha raggiunto direttamente in auto: l’incontro in Novamont è durato più del previsto) e nessuna dichiarazione prima di uscire dalla stazione, dove tra i sostenitori lo aspettavano anche alcuni contestatori che hanno fischiato e urlato «buffone».
E’ stata la penultima tappa della giornata, partita da Brescia, per poi fermarsi a Milano e Busto Arsizio, trascorsa con un po’ di nervosismo per le domande insistenti dei cronisti sulle scelte del Pd in vista delle elezioni: «Non sono un juke box – ha detto alla tappa milanese –, faccio ogni giorno sei tappe con questo treno e non riesco mai a far passare le cose che facciamo: secondo voi, se io mi metto a rispondere da Tavecchio alla coalizione, cosa esce di questa roba? Niente». Durante la fermata novarese, c’è stato giusto il tempo di un saluto rapido alle rappresentanti di due associazioni che si occupano di disabilità, l’Angsa Novara, che aiuta i bambini affetti da autismo e le loro famiglie, e L’Arca di Borgomanero, che assiste disabili in età adulta: «Chiederemo più attenzione alle esigenze dei disabili e delle loro famiglie – hanno annunciato le referenti delle due associazioni – c’è ancora molto da fare nel campo dell’assistenza e anche nella programmazione del “Dopo di noi”». Elisabetta Fagnola
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