da Controinformazione
di Paolo Sensini
La “candidata più amata dagli italiani”, come i media di regime amano dipingere Emma Bonino, ha un futuro alle spalle che ben pochi possono vantare. Per stare ai tempi relativamente recenti, visto che la signora ha già otto legislature sul gobbo e milita fin dai primi anni Settanta nelle file del Partito Radicale pannelliano, nel 1994 viene eletta in parlamento sotto il simbolo del Polo delle Libertà e s’iscrive al gruppo parlamentare di Forza Italia.
Berlusconi la nomina alla Commissione Europea, da cui però si deve dimettere per uno scandalo di corruzione riguardante un suo collega. Ma non c’è problema: nel giro di pochi mesi, grazie alla vendita delle frequenze di Radio Radicale 2 – il cui valore era stato costruito da anni d’ingenti finanziamenti pubblici – e di altri patrimoni di partito (anch’essi pompati dal finanziamento pubblico), Emma mette in piedi la più grande operazione pubblicitaria sulla politica mai vista in Italia, oltre 24 miliardi di lire in spot elettorali e materiali vari che le fruttano l’8% alle europee.
Ovviamente la Lista Bonino smette di esistere il giorno dopo e il Garante della Privacy la condanna per abusi nella gestione di indirizzi email e numeri di telefono, ma intanto i seggi sono stati portati a casa e vengono utilizzati per sostenere vigorosamente le aggressioni militari americane in Kosovo, Afghanistan e Iraq. Dopo oltre un decennio di militanza convinta nella galassia politica berlusconide, la Bonino annusa l’aria, guarda i sondaggi e, visto che la popolarità del Cavaliere è in caduta libera, passa armi e bagagli al centro-sinistra. La sua lista Rosa nel Pugno insieme ai socialisti porta a casa il solito ridicolo 2%, ma grazie al premio di maggioranza conquistato dagli alleati arrivano comunque un bel po’ di seggi in parlamento e, per Emma, nientemeno che un posto da ministra.
Due anni dopo, quando nasce il PD e dichiara guerra ai piccoli partiti, il suo strapuntino politico non ha alcun problema a sopravvivere: si accorda col PD e, dall’alto del suo 1%, ottiene un bel numero di posti sicuri nelle liste bloccate. Nel 2010, inspiegabilmente, da esponente di quello che è forse il più piccolo partito politico italiano, viene candidata a presidente del Lazio e, nonostante l’ultimo presidente di destra del Lazio sia sotto processo, Bonino riesce a perdere contro l’impresentabile Renata Polverini.
Ovviamente non passa neanche un giorno a fare opposizione in Regione per non perdere il suo scranno in Senato. E lo utilizza per fare cosa? Dall’opposizione lancia un’incredibile battaglia “femminista” per alzare l’età pensionabile delle donne. In conseguenza di questo sosterrà convintamente il governo Monti, inclusi riforma Fornero e tutto il resto. Nel 2013 la sua lista alle elezioni politiche prende lo 0,19% (meno di Forza Nuova e del Partito Comunista dei Lavoratori di Ferrando).
In virtù di tale straordinario risultato, poche settimane dopo le elezioni diventa nuovamente ministro col governo Letta, questa volta addirittura degli Esteri. A fine legislatura, per completare l’opera, si mette alla testa di una lista civetta del PD chiamata +Europa. E siamo alla cronaca di questi giorni, con una Bonino che non ha nessuna intenzione di sporcarsi le mani a raccogliere le firme per candidarsi e, in coerenza con le sue battaglie “laiche e libertarie”, si fa prestare il simbolo dall’immarcescibile democristiano Tabacci.
Tanto il programma “illuminato” della Bonino parla da solo: innalzamento dell’IVA, forte incremento dei flussi migratori di afroislamici in numero di oltre 1,5 milioni di accessi all’anno, aumento delle tasse sulla prima casa per 7 miliardi di euro a esercizio. Così tra reintroduzione IMU, eliminazione detrazioni fiscali sui mutui e innalzamento imposte di registro entrerà un’altra bella paccata di quattrini rastrellati dalle tasche dei cittadini.
Esiste un animale politico più coerente e specchiato di Emma Bonino & soci? No, ed è per questo, ripetono ossessivamente i mezzi di distrazione di massa, che rimane la candidata “più amata dagli italiani”. Chi può avere dubbi in proposito?
Fonte: Arianna Editrice
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