google_ad_client: "ca-pub-2245490397873430", Sine.ClaV.is: Il Necronomicon, libro maledetto

sabato 4 agosto 2018

Il Necronomicon, libro maledetto

da CentroStudiLaRuna



Il “Necronomicon” è considerato da molti un testo maledetto. Esso è il “libro dei Morti”, e probabilmente il suo autore è un poeta arabo di nome Abd al-Hazred, nato nello Yemen nel 700 DC. 

Il titolo originale dell’opera era Al Azif, che significa “suono delle voci dei demoni”, ma popolarmente sta ad indicare il suono che producono gli insetti notturni. Secondo varie fonti Al-Hazred, folle poeta di Sanaa, capitale dello Yemen, che si dice sia vissuto nel periodo dei Califfi Ommaiadi, nell’ottavo secolo dopo Cristo, non era mussulmano ma adorava entità pagane chiamate Yog Sototh e Cthulhu. L’autore prese parte a molti misteriosi pellegrinaggi tra le rovine di Babilonia e le catacombe segrete di Memphis e trascorse dieci anni in completa solitudine nel grande deserto dell’Arabia meridionale, il Raba El Khaliyeh, (o “Spazio vuoto” degli arabi antichi) e Dahna, o “Deserto Cremisi” dei moderni, ritenuto dimora di spiriti maligni e mostri mortiferi. Tutti coloro che sostengono di aver attraversato questo deserto, narrano di strane ed incredibili meraviglie.
 
Intorno all’anno mille una traduzione segreta bizantina attribuì al testo maledetto il titolo greco Necronomicon, letteralmente “il libro delle leggi dei morti”. Si dice che alcune copie di questo libro siano scritte con il sangue e rilegate con la pelle di esseri umani uccisi nel corso di riti sacrificali. Il Necronomicon prevederebbe che il Grande Cthulhu, dio con testa di Polipo, segretamente venerato da folli adoratori nei più disparati recessi della terra, sarebbe stato imprigionato all’alba dei tempi nella sua città sommersa dalle acque. Lì Cthulhu attenderebbe pazientemente il momento in cui le stelle torneranno nella giusta posizione. A quel punto il mostro dovrebbe riemergere e riprendere il dominio della terra. Nei suoi ultimi anni Al Hazred avrebbe vissuto a Damasco, dove venne scritto l’Al Azif, e della sua morte nel 738 d.C., si raccontano particolari terribili. Per esempio Ibn Khallikan, biografo del XII secolo, afferma che Al Hazred venne afferrato in pieno giorno da un mostro invisibile e divorato in maniera agghiacciante di fronte un gran numero di testimoni gelati dal terrore. Anche la sua follia fu oggetto di molti racconti. Al Hazred affermava di aver visitato la favolosa Irem, la Città dalle Mille Colonne, e di aver trovato fra le rovine di un innominabile villaggio desertico le straordinarie cronache ed i segreti di una razza più antica dell’umanità. Per più di un secolo il Necronomicon favorì innominabili esperienze, finché non venne soppresso e bruciato intorno al 1050 dal vescovo Michele, patriarca di Costantinopoli. Successivamente il nome del volume fu solo furtivamente sussurrato ma, nel tardo Medioevo (1228), il danese Olaus Wormius ne fece una traduzione latina, basata sulla versione greca di Fileta, che vide la stampa due volte: una alla fine del XV secolo, in caratteri gotici in Germania, poi nel XVII in Spagna. L’opera, sia in latino che in greco, nel 1232 fu posta all’indice nell’Index Expurgatorius da papa Gregorio IX.

Copie custodite:
· Il British Museum custodisce nei suoi archivi riservati una copia del testo in caratteri gotici, completo (XV sec).
· Un miliardario americano sembra che possieda una copia del testo in caratteri gotici.
· La Bibliothèque Nationale a Parigi è in possesso di un esemplare dell’edizione spagnola (XVII sec).
· La Miskatonic University di Arkham, Massachussets, possiede una copia dell’edizione spagnola (XVII sec).
· La Biblioteca dell’università di Buenos Aires possiede anch’essa una copia dell’edizione spagnola.
· La Widener Library di Harvard ha un’altra copia spagnola (XVII sec).
· La Biblioteca dell’Università di Lima nel Perù possiede una copia dell’edizione italiana.
· La Kester Library di Salem, Massachussets, custodisce una copia del Necronomicon in caratteri gotici.
· La Central Libray della California State University, Los Angeles, possiede una copia dell’edizione spagnola.
· In una collezione privata del Cairo si trova un esemplare dell’edizione italiana.
· La Biblioteca Vaticana possiede una copia del testo in caratteri gotici ed una dell’edizione italiana.
· In una Località sconosciuta della Cina, esiste una copia manoscritta del testo arabo.
Sicuramente esistono numerose altre copie presso dei privati.

storie-del-necronomiconVersioni:
· Originale arabo: tre copie manoscritte risalenti al 730-738.
· Teodoro Fileta (traduzione greca): una copia manoscritta, risalente al 950, in Costantinopoli. Versione ricavata dal testo arabo.
· Olaus Wormius (traduzione latina): una copia manoscritta, del 1228 circa, nello Jutland. Versione ricavata dal testo greco di Fileta.
· John Dee (traduzione inglese) una copia manoscritta, del 1580, in Londra. La versione probabilmente è ricavata dal testo di Fileta.

Edizioni:
  • Edizione tedesca: testo in latino, impresso in caratteri gotici, riproducente la versione di Olaus Wormius. Non ha data né luogo di pubblicazione: è stato stampato probabilmente a Norimberga alla fine del secolo XV.
  • Edizione italiana: il testo è in greco, e riproduce la versione di Teodoro Fileta. Senza data né luogo di pubblicazione: è stato probabilmente stampato a Roma, intorno al 1567.
  • Edizione spagnola: il testo in latino riproduce la versione di Olaus Wormius. Privo di data e di luogo di pubblicazione. Stampato probabilmente a Madrid, intorno al 1623.

Una leggenda sostiene che la vera versione del Necronomicon esista davvero e per riconoscerla sia sufficiente guardare la copertina del libro. Se essa fosse di pelle umana allora non ci sarebbero dubbi; sarebbe l’originale.Resta tuttavia ancora il dubbio se sia realmente esistito o meno, se le copie che ci sono in giro siano un bluff, o realtà. Molti hanno provato ad usare le sue formule, pochi sono riusciti a superare le prove alle quali sono stati sottoposti. C’è chi come Paracelso sostiene che basti la convinzione psicologica per fare accadere le cose, mentre per altri, invece, bisogna usare le formule corrette. Qui di seguito inserisco una delle tante traduzioni di un rituale per l’evocazione di Yog-Sothoth che si possono trovare.

Nessun commento:

Posta un commento