da movisol.org
A giudicare dal numero degli avvertimenti sul crac finanziario imminente che vengono improvvisamente lanciati da banchieri e istituzioni finanziarie ci si chiede se stavolta faranno qualcosa per impedirlo. Ma l’unico rimedio, quello di separare la bolla che scoppia dall’economia reale, con la riforma Glass-Steagall, non è sull’agenda. Invece, si pratica e si parla sempre più di bail-in, ad indicare che le autorità finanziarie e i governi si preparano a rubarvi i risparmi per salvare il sistema.
* Un rapporto pubblicato dall’Adam Smith Institute il giorno del decimo anniversario del fallimento di Northern Rock ha fatto scalpore perché ha denunciato il fatto che gli stress test nascondono lo stato reale delle banche, il cui indebitamento è oggi più elevato di dieci anni fa. La prossima crisi finanziaria è “un incidente che aspetta di avvenire”, è scritto nel rapporto.
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* La Banca per i Regolamenti Internazionali ha presentato il suo rapporto trimestrale, che dedica un capitolo ad un debito di 14 mila miliardi di dollari “nascosto” tra i derivati over the counter. La cifra sembrerebbe irrisoria se paragonata al valore nozionale totale delle scommesse in derivati, valutato a oltre 1,2 milioni di miliardi, ma la BRI spiega che quei 14 mila miliardi non sono valore nozionale, bensì veri prestiti mascherati da derivati. Il debito viene contato come derivato, “anche se in realtà è un prestito cartolarizzato il cui principale deve essere ripagato in toto alla scadenza”, scrive il rapporto.https://www.bis.org/publ/qtrpdf/r_qt1709e.htm “C’è una certa circolarità che punta al rischio di una trappola del debito”, ha affermato l’economista capo della BRI, Claudio Borio, presentando il rapporto. “I banchieri centrali non osano alzare i tassi a causa di ciò che potrebbe detonare”, ha commentato Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph.
* Un rialzo dei tassi è anche la prima delle dodici potenziali aree elencate in un rapporto della Deutsche Bank, che potrebbero scatenare un collasso del sistema. https://www.cnbc.com/2017/09/19/where-deutsche-bank-thinks-the-next-financial-crises-could-happen.html. Definendolo un “viaggio nell’ignoto”, gli analisti Jim Reid, Nick Burns, Sukanto Chanda e Craig Nicol ammoniscono che “la storia suggerirebbe che ci sarebbero delle conseguenze sostanziali (…), specialmente a causa del livello elevato dei prezzi di molti assets globali”, aggiungendo che “anche se lo svolgimento si arresta perché vuoi che le banche centrali prendono una strizza, vuoi perché l’economia si rivela inaspettatamente debole, ci ritroveremo comunque con una situazione globale senza precedenti, che rende le finanze inerentemente instabili”.
* Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres (nella foto), ha definito il sistema finanziario internazionale “semplicemente non adatto” allo scopo di assicurare lo sviluppo della popolazione mondiale, in una riunione all’ONU sul finanziamento degli obiettivi globali di sviluppo il 18 settembre. “Il mondo genera trilioni di risparmi ogni anno. Ma oggi, quasi 50 trilioni di dollari di risparmi dei cittadini ottengono rendite zero o negative, invece di dirigersi al finanziamento dell’Agenda 2030, che genererà crescita inclusiva e sostenibile, ha detto Guterres.
Con tutti questi avvertimenti, in Italia si sta negoziando il prossimo bail-in (anche se lo chiamano burden-sharing) per banca Carige, mentre i risparmiatori di MPS apprendono che le azioni che hanno ricevuto valgono esattamente la metà delle obbligazioni permutate. Ma se gli italiani piangono, i tedeschi non ridono. Il capo dell’ente di controllo Bafin, Felix Hufeld, ha dichiarato ad una riunione di banchieri a Francoforte il 22 settembre che la Germania è seconda, dopo l’Italia, per volume di titoli in mano ai risparmiatori che finiranno nel bail-in. Hufeld non ha voluto dare cifre ma ha parlato di certificati e di obbligazioni subordinate. E’ probabile che, come in Italia, la maggior parte di quei titoli sia stata venduta come investimenti “sicuri” a risparmiatori ignari.
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