google_ad_client: "ca-pub-2245490397873430", Sine.ClaV.is: MELOGRANO – Il Frutto dell'’Albero della Vita

sabato 27 maggio 2017

MELOGRANO – Il Frutto dell'’Albero della Vita

di Tom Storey
Nexus.it

Il simbolismo del melograno e l’Albero della Vita

Il frutto è citato in varie culture e religioni. Si dice che l’albero di melograno sia fiorito nel Giardino dell’Eden e, molto probabilmente, è il celebre “pomo” della vicenda di Adamo ed Eva narrata nella Genesi, prodotto dal misterioso Albero della Vita.
Il melograno ha sempre simboleggiato numerose virtù, fra cui in particolare amore e fertilità, nonché salute ed abbondanza. Il consistente numero di semi (secondo stime ottimistiche, sino a 800 per frutto) indicava tali virtù, nonché una dimensione spirituale. Il suo succo è stato paragonato al sangue, la sua forma a quella del seno femminile e la evidente “corona” ha suggerito connessioni regali.
In una delle storiche sette meraviglie del mondo, ovvero i Giardini Pensili di Babilonia, nell’attuale territorio del martoriato Iraq, i melograni si stagliavano fra i tesori di Nabucodonosor II. In questa regione, nell’antichità nota con il nome di Mesopotamia, il melograno è tuttora apprezzato tanto come medicinale quanto come simbolo di bellezza, longevità, fertilità e saggezza.
Le mitologie greca e persiana menzionano il frutto come simbolo della vita, di rigenerazione e del matrimonio. Dato il suo ruolo nella leggenda greca di Persefone, il melograno finì per rappresentare la fertilità, la morte e l’eternità, e fu un emblema dei Misteri Eleusini. Gli antichi Cinesi ritenevano che i semi simboleggiassero longevità ed immortalità.
Nella tradizione ebraica, il melograno compare in numerosi contesti religiosi e culturali; veniva utilizzato come simbolo decorativo nel Tempio di Salomone, nelle insegne di re e regine, nonché sugli abiti talari dei sacerdoti. Di fatto, un melograno in avorio delle dimensioni di un pollice, recante un’antica iscrizione in ebraico, è l’unica reliquia mai recuperata dal Tempio di Salomone.
Secondo JewishJournal.com, “il Talmud afferma che se un saggio sogna un melograno, è un auspicio di saggezza; se a sognarlo è un ignorante, allora è auspicio di buone azioni. I saggi ebrei insegnavano che il melograno è significativo poiché, diversamente da altri frutti, la sua polpa rossa – di primario interesse per il fruitore umano ma di scarsa rilevanza per l’albero, dato che la sua funzione è unicamente quella di proteggere il seme – ed il seme, che il fruitore tende a buttar via, sono la medesima cosa. Primario e secondario, parti futura e presente del frutto sono unite; questo aspetto, sostengono i saggi, rappresenta un elevato livello di benedizione, un segno di totalità e perfezione, un simbolo perfetto del Nuovo Anno.”2
Nel mondo cristiano il frutto del melograno è simbolo di resurrezione e vita, mentre nell’arte cristiana rappresenta la speranza; è inoltre uno dei tre “frutti benedetti” del buddismo.

Cosa è dunque questo strano frutto?

Il nome botanico del melograno è Punica granatum – Punica trae il proprio nome dall’antica città fenicia dell’Africa settentrionale in cui i soldati romani, mentre si dirigevano a combattere la prima delle tre Guerre Puniche del terzo secolo a.C., si imbatterono per la prima volta nell’albero di melograno; granatum significa “granulato”. Il melograno ha questo nome in quanto assomiglia ad una mela e presenta numerosi semi al suo interno. Secondo una leggenda ebraica vi sono esattamente 613 semi in ogni frutto, uno per ciascuno dei comandamenti ebraici, tuttavia in realtà solitamente i semi ammontano ad almeno 200 e, in un frutto particolarmente grande, possono arrivare a 800. Sotto il profilo botanico, la Punica granatum condivide il nome della famiglia soltanto con il suo raro progenitore genetico, la Punica protopunica, il cui habitat è limitato all’isola di Socotra, nell’Oceano Indiano (Yemen).
L’albero o arbusto di melograno cresce sino a raggiungere i 3-5 metri di altezza ed è contraddistinto da foglie caduche ovali o lanceolate di colore verde lucente, che in inverno cadono. Il frutto, che matura intorno a settembre (emisfero nord) ha la forma di una mela, di colore giallo-bruno rossastro, sormontato da un calice a forma di corona. Una volta rotta la coriacea scorza, si possono osservare frutti traslucidi di colore bianco, roseo o scarlatto, ben compattati all’interno; a seconda della varietà, talvolta i semi sono dolci, talaltra aspri e, prima di essere consumati, necessitano di qualche dolcificante. Il succo ottenuto dai semi viene trasformato in uno sciroppo per aromatizzare bevande e, in tempi remoti, se ne ricavava un vino.
Il frutto del melograno consta di tre parti principali, ciascuna delle quali ha una propria caratteristica metafisica, botanica e chimica. Le parti in questione sono il seme o “arillo”, il succo e la scorza. Inoltre corteccia, radici, foglie e fiori della pianta contengono tutti elementi specifici ed unici e ciascuno di essi, quando preparato come medicinale per esseri umani o animali, determina effetti interessanti e complessi.

Proprietà dell’albero e del frutto

I melograni viaggiavano a proprio agio nelle carovane arabe che trasportavano gioielli e spezie dall’Oriente nonché sostanze aromatiche dall’Africa. In quanto frutti ermeticamente racchiusi da una tenace scorza impregnata di tannino, erano ben protetti dai rigori di viaggi impervi e si mantenevano freschi per un periodo sorprendentemente prolungato; ricolmi di un succo ricco di minerali e vitamine, costituivano un’eccellente fonte alimentare nei viaggi ardui e quindi si ‘spostarono’ agevolmente in tutto il mondo antico, crescendo lungo, in prossimità e ben oltre le vie commerciali.
L’albero di melograno è assai adattabile a terreni diversi e tollera condizioni assai dure in termini di calore, aridità ed abbandono. Nessuna meraviglia, dunque, che il mondo dell’antichità fosse costellato di boschetti di melograni, che infine gli alberi selvatici risultassero sparpagliati in lungo e in largo, e che molti di quelli vecchi vivano ancora oggi.
In un villaggio di Minorca, nelle Isole Baleari, vi era un antico melograno che, in tarda età, riusciva a produrre solo uno o due frutti all’anno; doveva essere arrivato con i Fenici, instancabili viaggiatori e mercanti, i quali crearono vie e rotte commerciali e, nell’antichità, controllavano gran parte dei commerci dell’area del Mediterraneo. Si è asserito che l’albero di melograno sia in grado di crescere per 200 anni e oltre, tuttavia i dati relativi all’età esatta di questo melograno di Minorca particolarmente longevo sono vaghi.

La forza vitale del melograno

Un quesito sorge spontaneo: “Per quale motivo il melograno viene esaltato nella mitologia, nella storia e nella religione di così tante culture?” Dati i riferimenti risalenti all’alba dei tempi ed all’esistenza umana propri delle nostre cosmogonie, e dato il notevole interesse scientifico dell’era attuale, sembra quasi che questo frutto sia speciale rispetto a tutti gli altri, che sia stato scelto come dono per la razza umana.
Si pongono altri quesiti. L’albero di melograno vive molto a lungo e, come il frutto, non soffre di quasi alcuna malattia o danno da parassiti; è forse esso stesso a promuovere il proprio stato di salute? Sono anche i suoi potenti antiossidanti a mantenerlo sano? Per quale motivo, rispetto ad altri frutti, così tante culture e religioni hanno scelto proprio il melograno per rappresentare fertilità, salute e buona sorte?
Nel corso di anni di pratica in terapie naturali, l’estensore del presente articolo ha maturato una certa competenza in kinesiologia e radioestesia; il test eseguito su un certo succo di melograno georgiano di eccellente qualità, ricavato in modo naturale e privo di sostanze chimiche, ha manifestato una “forza vitale” particolarmente intensa. Ovviamente la cosa ha un carattere aneddotico, nondimeno coloro che hanno a che fare con le energie sanno quanto tali test possono risultare affidabili nel rivelare l’aspetto “energetico” di qualsiasi sostanza.
In fin dei conti abbiamo sempre a che fare con il sistema umano come “bio-campo”, ovvero campo di informazioni o energia, che al livello più fondamentale opera su energie di tutti i tipi.3, 4 In ultima analisi, tutti i medicinali e gli alimenti che consumiamo vengono assunti perché ci proponiamo di incorporare l’energetica di tali sostanze nei nostri campi energetici; e la qualità dell’energetica di qualsiasi sostanza  che assumiamo è della massima importanza.
Asserisco che il melograno è sempre stato riconosciuto come un frutto che possiede una carica energetica particolarmente elevata; lo si desume dall’aspetto del frutto, dal sapore del succo, dal colore degli arilli. Chiunque presti attenzione a quello che i sensi (compresi quelli più sottili) comunicano, si renderà ben presto conto se una sostanza accresce il sistema energetico o meno. I melograni selvatici ed il loro succo si trovano nelle zone alte della lista delle sostanze che accrescono il nostro sistema energetico.

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