google_ad_client: "ca-pub-2245490397873430", Sine.ClaV.is: Sappiamo cosa ha ispirato l’attentato di Manchester, ma non vogliamo ammetterlo.

martedì 30 maggio 2017

Sappiamo cosa ha ispirato l’attentato di Manchester, ma non vogliamo ammetterlo.

di Patrick Cockburn via The Strategic Culture Foundation 

da ZeroHedge


Sulla scia del massacro di Manchester, alcune persone giustamente avvertono di non accusare di tali fatti l'intera comunità musulmana in Gran Bretagna e nel mondo. Certamente uno degli obiettivi di coloro che compiono tali atrocità è quello di provocare in occidente la condanna di tutti i musulmani, alienando così una parte di loro i quali saranno quindi più facilmente arruolabili da parte di Isis e i cloni di Al-Qaeda.

Questo approccio di non accusare i musulmani in generale, bensì di "radicalizzazione" o semplicemente di "malvagità" solo di alcuni di loro, può sembrare sensibile e moderato, ma in pratica fa sì che le motivazioni degli assassini di Manchester o del teatro Bataclan a Parigi nel 2015 appaiano più vaghe e meno identificabili, di quanto lo siano in realtà. Tali generalizzazioni hanno l'infelice effetto di impedire alle persone di indicare con dito accusatore alla variante dell'Islam che certamente è responsabile della preparazione sul terreno per le credenze e le azioni che hanno suscitato l’attentatore suicida Salman Abedi.

L'ispirazione finale per tali persone è il Wahhabismo, la versione di Islam puritana, fanatica e regressiva dominante in Arabia Saudita, la cui ideologia è vicina a quella di Al-Qaeda e Isis. Questo è un credo esclusivo, intollerante verso tutti coloro che sono in disaccordo con esso, come i laici liberali, i membri di altre comunità musulmane come la Shia (gli Sciiti) o le donne che si oppongono al loro status di semi-schiave.

Quello che è stato definito il jihadismo salafita, il credo fondamentale di Isis e al-Qaeda, si è sviluppato dal wahhabismo e avendo fatto suoi gli stessi pregiudizi si avvia verso una conclusione logica e violenta. Sciiti e Yazidi non sono solo degli eretici agli occhi di questi movimenti, che sono una specie di Khmer Rossi islamici, ma anche dei sub-umani che dovrebbero essere massacrati o resi schiavi. Ogni donna che trasgredisce alle loro repressive abitudini sociali dovrebbe essere punita selvaggiamente. La fede dovrebbe essere dimostrata a tutti attraverso la morte pubblica del credente, possibilmente squartando infedeli, che siano gli 86 bambini sciiti evacuati in autobus dalle loro case in Siria del 15 aprile o la macellazione di giovani fans ad un concerto pop a Manchester il lunedì sera non fa differenza.

Le cause reali della "radicalizzazione" sono da tempo note, ma il governo, i media e altri raramente vi si riferiscono, perché non vogliono offendere i Sauditi o essere accusati di avere pregiudizi anti-islamici. È molto più facile dire, indulgentemente ma in modo inesatto, che Isis e al-Qaeda e i loro soldati-assassini "non hanno niente a che fare con l'Islam". Questaè stata la traccia seguita dai governi di Stati Uniti e Regno Unito dall'11 settembre in poi. Esaminano qualsiasi direzione tranne quelle che portano all'Arabia Saudita, quando cercano le cause del terrorismo. Il presidente Trump è stato giustamente condannato e deriso negli Stati Uniti per l'accusa rivolta contro l'Iran e, in effetti, contro tutta la comunità sciita di essere responsabile per l'ondata di terrorismo che ha inghiottito la regione, quando invece finisce per emanare da una piccola setta sunnita, ma immensamente influente. Uno dei più grandi cambiamenti culturali del mondo negli ultimi 50 anni è stato il modo in cui il wahhabismo, una volta un gruppo isolato, sia diventato un'influenza sempre più dominante dell'Islam sunnita, grazie al sostegno finanziario saudita.

Un ulteriore segno dell'impronta salafita-jihadista degli attentati è la scelta degli obiettivi: gli attacchi al teatro Bataclan di Parigi nel 2015, del night club gay in Florida nel 2016 e l'Arena di Manchester la settimana scorsa hanno una cosa in comune. Erano tutti frequentati da giovani che si divertivano e che hanno uno stile di vita il quale li ha resi un obiettivo per l’Isis o al-Qaeda. Ma questi sono anche eventi in cui la mescolanza degli uomini e delle donne o la stessa presenza di persone omosessuali sono stigmatizzate dai jihadisti wahhabiti puritani e dai salafiti. Entrambi vivono in un ambiente culturale in cui la demonizzazione di tali persone e attività è la norma, anche se la loro regola può differire.

La colpevolezza dei governi occidentali per gli attacchi terroristici nei confronti dei propri cittadini è lampante, ma raramente viene menzionata. I leader vogliono avere un'alleanza politica e commerciale con l'Arabia Saudita e gli stati petroliferi del Golfo. Ma non hanno mai tenuto in conto di sostenere un'ideologia repressiva e settaria, che probabilmente avrebbe ispirato Salman Abedi. I dettagli della sua motivazione potrebbero mancare, ma il bersaglio del suo attacco e il metodo della sua morte è un classico di al-Qaeda e Isis e del loro modo di operare.

Il motivo per cui queste due organizzazioni malefiche siano ancora in grado di sopravvivere e di espandersi, nonostante i miliardi - forse triliardi - di dollari spesi nella "guerra al terrore" dopo l'11 settembre, sta nel fatto che i responsabili preposti a fermarli hanno deliberatamente mancato il bersaglio e hanno continuato a mancarlo per tutto questo tempo. Dopo l'11 settembre, il presidente Bush ha rappresentato l'Iraq e non l'Arabia Saudita come nemico; in una rielaborazione della storia, il presidente Trump sta ridicolmente accusando l'Iran di essere la fonte della maggior parte del terrorismo in Medio Oriente. Questa è la vera cospirazione dell'11 settembre, quella amata dai picchiatelli di tutto il mondo, ma non c'è nessun segreto che la cecità deliberata dei governi inglesi e americani sia la fonte delle convinzioni che hanno ispirato i massacri di cui Manchester è solo il più recente - e certamente non l'ultimo - esempio terribile.


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