«Entro il 2020 Barilla migliorerà la vita delle persone promuovendo scelte di consumo in linea con la piramide alimentare. Entro il 2020 Barilla offrirà alle persone solo prodotti alla base della piramide ambientale».
Addirittura. C’è da crederci o è la solita propaganda da mulino bianco che spaccia la tradizione mediterranea come propria, usando comparse cinematografiche per mero profitto economico?
Proviamo a vederci chiaro nel cibo industriale che di naturale non ha nulla, e andiamo sul duro citando la farina del sacco di Parma.
«Nel 2012 per produrre la sua pasta in Italia, Barilla si è approvvigionata per l’80% di grano italiano. Il restante 20% è stato acquistato principalmente in Nord America e Francia, tra i Paesi produttori del miglior grano duro al mondo.
SVILUPPO DI VARIETA'
Per garantire il mix perfetto di semole per la propria pasta, Barilla non si limita ad acquistare il grano duro migliore sul mercato nazionale e mondiale. Da oltre 20 anni collabora con Produttori Sementi Bologna (PSB), il Centro di Ricerca più importante in Italia per lo sviluppo e la selezione del grano duro, per la creazione di nuove varietà di grano, prodotte attraverso incroci varietali di tipo tradizionale, NON OGM. In particolare, Barilla e PSB si sono focalizzate sullo sviluppo di varietà dal livello proteico ideale per la produzione di pasta, adeguate ad essere coltivate in are geografiche diverse per caratteristiche climatiche e del suolo in tutta Italia. Una volta sviluppate, le sementi vengono affidate a coltivatori che coltivano in Italia direttamente per Barilla: sono circa 20.000 oggi gli agricoltori italiani che producono grano duro per fare la pasta Barilla. Tra le varietà sviluppate e oggi utilizzate:
SVEVO: un grano coltivato soprattutto nelle regioni Centrali italiane;
NORMANNO: una varietà resistente ai climi più freddi, sviluppata per le regioni più settentrionali, come l’Emilia Romagna;
AUREO: un grano di qualità eccellente coltivato nel Sud Italia che ci ha consentito di sostituire varietà di alta qualità prodotte nel sud ovest degli USA, incrementando la produzione e la qualità della filiera italiana e riducendo allo stesso tempo l’impatto ambientale.
A differenza dei grani del Sud Ovest degli Stati Uniti, infatti, AUREO non viene irrigato. Per questo la produzione di AUREO nel 2011 ha condotto ad un risparmio di oltre 40 MILIONI di m3 d’acqua, senza contare le emissioni di CO2 legate al trasporto di grano dagli USA».
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