Traffico internazionale di droga.
Ex top manager tra gli indagati.
da laprovinciadicomo.it
Raffaele Tognacca, già alla guida di un ramo della Eleca di Cantù, sarebbe coinvolto di un giro di cocaina dal Sudamerica. Una sua società avrebbe riciclato il denaro destinato alla ’ndrangheta
In città lo ricorderanno in molti. Raffaele Tognacca, doppio passaporto svizzero e italiano, ex manager Erg. Prima del tracollo, fu a lui che venne affidata, un paio d’anni fa, la gestione di Eleca general contractor srl, ramo d’azienda della Eleca costruzioni, finita a gambe all’aria al termine di una lunga e penosissima odissea.
Tognacca ora è indagato dall’antimafia di Torino nell’ambito di una gigantesca indagine internazionale su un poderoso giro di cocaina dal Sud America, droga gestita dalle ’ndrine calabrese e smistata sul territorio nazionale, con particolare riguardo alla Capitale, al Piemonte e alla Lombardia, in particolare alle “locali” di Buccinasco e Trezzo sul Naviglio.
La Procura torinese ha chiesto, per Tognacca, una rogatoria internazionale, visto che, fintanto che resti al di là del confine - a Lugano, dove a quanto pare vive e lavora - l’ex top manager Erg non rischia nulla.
Gli contestano di essere stato parte attiva del giro internazionale, anche se nessuno gli contesta di essere un affiliato. Si dice, in base ai riscontri della guardia di finanza - cui si deve l’indagine - ricoprisse il ruolo di “facilitatore”, al pari di un numero imprecisato di colletti bianchi ticinesi conniventi.
In altre parole: i proventi della cessione della droga sul territorio nazionale (non noccioline, ma un giro stimato in un migliaio di chilogrammi la cui importazione sarebbe stata accertata) venivano trasferiti a Lugano e affidati a uomini di fiducia, in genere attivi all’interno di società finanziarie, come nel caso della “Viva transfer” di Tognacca.
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Decisione della Pretura di Lugano (causa per diffamazione contro la TV svizzera RSI)
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...Le carte, ottenute grazie a una richiesta di atti dell’organizzazione Re:Common, documentano che la Egl italiana ha ottenuto, nel 2004 e 2005, due finanziamenti europei a fondo perduto, per oltre tre milioni, utilizzati proprio per i progetti preliminari e gli studi di fattibilità del TAP. I ricercatori avevano chiesto di esaminare tutti gli altri atti, ma la Commissione europea ha risposto che devono restare riservati per rispettare i segreti industriali, la sicurezza e la privacy delle aziende del gasdotto. Comunque ora è chiaro che il Tap è nato con «fondi strutturali europei» concessi a un colosso svizzero dell’energia, in teoria esterno alla Ue.
Anche l’amministratore delegato di questa Egl Italia, la società-madre del TAP, è un cittadino svizzero: Raffaele Tognacca, 51 anni, un manager che ha fatto anche politica con i liberali in Canton Ticino. Tognacca ha lavorato per anni tra Roma e Genova come dirigente del gruppo italiano Erg, che ha diversificato dal petrolio agli impianti eolici e solari soprattutto al sud. Tornato in Svizzera, ha aperto con la moglie la società finanziaria Viva Transfer, che un’indagine anti-mafia italiana ha additato come una lavanderia di soldi sporchi. Intervistato dalla tv svizzera italiana, il procuratore aggiunto Michele Prestipino descrisse la vicenda come «un caso esemplare di riciclaggio internazionale di denaro mafioso»...
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