google_ad_client: "ca-pub-2245490397873430", Sine.ClaV.is: Le grandi figure dietro la Storia: George Soros

domenica 23 aprile 2017

Le grandi figure dietro la Storia: George Soros

George Soros



da Wikipedia, l'enciclopedia libera. 



George Soros ha collaborato, da nazista, all’Olocausto

Quando i nazisti occuparono Budapest nel 1944, il padre di George Soros era un avvocato ebreo di successo, viveva su un’isola nel Danubio e amava andare al lavoro in barca. All’avvento di Hitler, saputo che gli ebrei erano in pericolo, fece giustamente di tutto per proteggere la sua famiglia. Comprò documenti falsi e dopo aver corrotto un funzionario di governo fece passare la sua famiglia da ebrea a cristiana.


Il giovane George Soros, che aveva all’epoca 14 anni, da neo-cristiano, mentre godeva del privilegio dell’immunità, vide centinaia di migliaia di ebrei ungheresi mentre venivano deportati nei campi di sterminio. In coincidenza con questi fatti, George Soros trovò lavoro, venne assunto in un ufficio che si occupava della confisca delle proprietà ebraiche.


Stralcio dell’intervista rilasciata da George Soros al programma “60 Minutes”. Si tratta di un programma televisivo di attualità, trasmesso dal network televisivo statunitense CBS diretto da Steve Kroft. Durante l’intervista, sullo schermo alle spalle venivano trasmesse immagini e filmati d’epoca, che mostravano gli ebrei marciare in fila e un uomo che trascinava un bambino tra la folla:


Kroft: Queste sono immagini del 1944 di quello che è successo agli amici e vicini di George Soros: lei è un Ebreo ungherese scampato all’Olocausto fingendosi cristiano e ha visto un sacco di persone mentre venivano deportate nei campi di sterminio.


Soros: Proprio così. Avevo 14 anni. E direi che è proprio in quei momenti che si è formato il mio carattere.


Kroft: Come?


Soros: Capisco che dobbiamo sempre riflettere, comprendere e anticipare gli eventi, soprattutto quando si è minacciati, all’epoca era in atto una minaccia enorme… voglio dire, è stata un’esperienza molto personale del male.


Kroft: Capisco che sia riuscito a salvarsi grazie a certe protezioni.


Soros: Sì. Sì.


Kroft: Cioè, ha evitato la loro stessa sorte e ha contribuito a confiscare i beni degli ebrei.


Soros: Sì. E’ vero. Sì.


Kroft: Voglio dire, è… suona come un’esperienza che sarebbe potuta finire in un ospedale psichiatrico per la maggior parte delle persone. E ‘difficile?


Soros: Niente affatto, niente affatto, forse perché quando sei un ragazzo, non vedi il quadro completo, ma per me non è mai stato un problema.


Kroft: Nessun senso di colpa?


Soros: Sì.


Kroft: Per esempio: “Sono ebreo e sto lì a guardare queste persone? Potrei anche essere finito come loro? Dovevo essere lì. Niente di tutto questo?”


Soros: Beh, naturalmente sarei potuto essere dall’altra parte o potrei essere tra coloro i cui beni ho confiscato. Ma non c’è alcun senso a teorizzare su questo ora, perché è come il mercato, se non l’avessi fatto io, qualcun altro l’avrebbe fatto comunque. Io ero solo uno spettatore in quella situazione, quando la proprietà veniva confiscata: Siccome non ero responsabile non avevo alcun senso di colpa.



Naturalmente, molti di noi sono a conoscenza di azioni molto dubbie commesse da Soros durante l’occupazione nazista, anzi, in questo blog abbiamo trattato più volte coinvolgimenti e traffici del personaggio. Le dichiarazioni rese in questa intervista ci mostrano una personalità in grado di perdonarsi tutto “se non l’avessi fatto io, qualcun altro l’avrebbe fatto comunque”


Tutto questo indica che Soros, definito “Un Filantropo” dal Corriere della Sera e da molti media, non ha una coscienza che gli suggerisca la differenza tra bene e male, una mancanza di consapevolezza che si dice sia comune nei sociopatici.


Luciano Bonazzi

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