Pochi segni su corpi e soccorsi a mani nude.
'Cautela con immagini'
04 APRILE
da ANSAMED.INFO
ROMA - "Userei una certa cautela nell'affermare che nell'attacco chimico avvenuto oggi in Siria è stato utilizzato il gas Sarin". Ad affermarlo, l'esperto di armi chimiche Matteo Guidotti, dell'Istituto di Scienze e Tecnologie molecolari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istm-Cnr).
"Ho già visto in passato immagini e video di persone colpite con il Sarin e i segni erano molto più evidenti - spiega Guidotti -: i corpi sono madidi di sudore, lacrime, saliva ma soprattutto escrementi. I soggetti intossicati generalmente vengono colpiti da fortissime convulsioni. E dai video diffusi localmente non si vede tutto questo". "Ma i dubbi maggiori vengono - dice ancora il ricercatore - dalla disinvoltura con cui gli operatori sanitari maneggiano i corpi delle vittime.
Molti sono senza guanti e non indossano neanche le mascherine.
C'è una serie di protocolli da rispettare per evitare che anche i soccorritori vengano contaminati dall'agente tossico. "Il fatto è che è in atto una guerra di immagini con cui si fa propaganda - aggiunto - per cui bisogna avere molta cautela.
Basti pensare all'effetto mediatico che un attacco chimico può avere rispetto a un attacco normale.
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ROMA - "Userei una certa cautela nell'affermare che nell'attacco chimico avvenuto oggi in Siria è stato utilizzato il gas Sarin". Ad affermarlo, l'esperto di armi chimiche Matteo Guidotti, dell'Istituto di Scienze e Tecnologie molecolari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istm-Cnr).
"Ho già visto in passato immagini e video di persone colpite con il Sarin e i segni erano molto più evidenti - spiega Guidotti -: i corpi sono madidi di sudore, lacrime, saliva ma soprattutto escrementi. I soggetti intossicati generalmente vengono colpiti da fortissime convulsioni. E dai video diffusi localmente non si vede tutto questo". "Ma i dubbi maggiori vengono - dice ancora il ricercatore - dalla disinvoltura con cui gli operatori sanitari maneggiano i corpi delle vittime.
Molti sono senza guanti e non indossano neanche le mascherine.
C'è una serie di protocolli da rispettare per evitare che anche i soccorritori vengano contaminati dall'agente tossico. "Il fatto è che è in atto una guerra di immagini con cui si fa propaganda - aggiunto - per cui bisogna avere molta cautela.
Basti pensare all'effetto mediatico che un attacco chimico può avere rispetto a un attacco normale.
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